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TIZIANO PELLEGRINO - Psicomotricità

 

Come ti chiami? Da quanti anni lavori al Maria Bambina e qual è il tuo ruolo?

Sono Tiziano Angelo Pellegrino e collaboro con la Scuola dell’Infanzia Maria Bambina dal 2000, quindi da 18 anni.


Perché hai scelto di lavorare al Maria Bambina?

Presentai alla Direttrice di allora, suor Antonia, il mio programma di Educazione Psicomotoria, lei lo ritenne adeguato e credette in noi. Così, di anno in anno, si rinnova la fiducia che la Scuola ha in me e negli altri insegnanti del Centro Scienze Motorie CRES.

 

Se non lavorassi qui, che cosa ti piacerebbe fare?

La mia vita lavorativa è un puzzle di attività formativo-motorie, tante tessere che hanno tutte come soggetti i bambini e la loro formazione. Se non fossi qui il lunedì, sarei in un’altra scuola dell’infanzia, dove continuerei a sviluppare e proporre l’attività di formazione attraverso il movimento.

Come molti sanno, mi occupo anche di un centro outdoor, dove forniamo ai bambini moltissime opportunità di movimento all'aria aperta. Inoltre sono impegnato anche nell'elaborazione di sussidi didattici per l’età prescolare e da due anni sono docente a contratto per l’Università di Milano Bicocca - facoltà di Scienze della Formazione Primaria, conducendo un Laboratorio di Didattica della Matematica  denominato “La Matematica con il Corpo e il Movimento”.

 

Che cosa significa per te fare parte di questa comunità educante?

Grande responsabilità e la speranza di poter incidere nella formazione e nello sviluppo delle potenzialità di ogni bambino.

 

Qual è per te il momento più bello della giornata in asilo?

Probabilmente quando passo nelle classi a chiamare i bambini per andare in salone a svolgere la nostra attività. Ho sempre l’impressione che non vedano l’ora di iniziare, e questo per un’insegnante è una grande gratificazione personale.


Qual è l’episodio più buffo/divertente che ricordi?

Ci sono volte in cui, da solo, ricordo le frasi buffe, le parole storpiate dai bambini nel loro fantastico percorso di formazione del linguaggio. E rido! A volte, dopo qualche anno, mi impossesso delle stesse e le faccio mie per fare il pagliaccio con i bambini.

Quelle che mi hanno divertito di più? “Accicicchia”, "bello questo eserciccio”, “sono stato male, ho avuto il gomito!”, “ho avuto la febbre a 49”.

 

E quello più commovente?

È un episodio che merita di non essere pubblicizzato...

 

I bambini,nel loro piccolo,possono essere grandi maestri: qual è il loro insegnamento più prezioso che hai ricevuto?

Innanzitutto mi hanno formato. La scuola e l’università tentano di prepararti al lavoro, ma sono le giornate trascorse con i bambini, il tempo che dedichi a loro, impegnandoti perché possano essere stimolati dalla realtà che li circonda, che poi - in ultima analisi - ti fanno crescere professionalmente. Ho dedicato la mia vita professionale ai bambini e da un paio di anni ho raggiunto quello che per me è stato un importante traguardo: essere un riferimento per alcuni studenti che si stanno preparando a diventare i futuri insegnanti. Se questo è accaduto, lo devo ai bambini e a tutto quello che mi hanno fatto capire in questi anni. 


Hai mai incontrato qualcosa o qualcuno che ha cambiato il tuo modo di essere insegnante?

Molti hanno inciso con un segno particolare. Sono riconoscente a molte persone per aver contribuito alla mia personale evoluzione. 


C'è una frase, un motto, una persona a cui ispiri il tuo essere educatore?

C’è uno slogan che ho elaborato parafrasando quanto affermato da Glenn Doman, e che riassume perfettamente quella che è stata la sua idea. Una frase che dedico a tutti i genitori, in particolare a quelli dei bambini in età prescolare, che sono quelli che passano (o dovrebbero passare) più tempo con i loro bambini ma che, purtroppo, sono anche quelli che maggiormente sottovalutano i propri piccoli, fornendo loro degli stimoli spesso banali. “Ai bambini piace giocare, ma piace molto di più imparare. I bambini si divertono un mondo a imparare giocando”.

La funzione del genitore è, per tutte le razze animali (e per l’uomo più degli altri, fino ad alcuni anni fa), quella di insegnare ai propri cuccioli. Oggigiorno i genitori (una grande parte) insegnano veramente poco. Delegare completamente alla scuola la funzione formatrice dei propri figli significa svuotare di alcuni contenuti fondamentali la relazione familiare, impoverendo il tempo trascorso e impegnato con loro. Quando stiamo con i nostri figli, dobbiamo sì giocare, ma anche e soprattutto farli crescere (che è la loro biologica richiesta).

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